La mattina del terzo giorno è iniziata lasciando la nostra guesthouse in mezzo al nulla e partendo direzione sud. In questa giornata toccheremo dei punti iconici dell’Islanda e vedremo tantissime cascate. Purtroppo il meteo non è dalla nostra nostra parte. Per tutta la giornata ci sarà vento fortissimo e pioggia (si alternava tra pioggerellina e diluvio). Per fortuna questo tempo così orrendo lo abbiamo avuto solo in questa giornata. All’inizio il vento islandese fa anche ridere perché ti porta letteralmente via, ma dopo un po’ è pesante.

Questo è stato il tragitto che abbiamo percorso durante il terzo giorno nel nostro on the road dell’Islanda:

Per maggiori informazioni sul nostro itinerario completo LEGGI ANCHE: Itinerario di nove giorni in Islanda

Indice

Prima tappa – cascata Seljalandsfoss

La prima tappa della giornata è la famosissima cascata Seljalandsfoss, caratterizzata dal fatto che ci si può addentrare al suo interno, camminando proprio dietro di essa. E’ anche possibile avvicinarsi tantissimo toccando l’acqua che si forma al di sotto del getto. Sappiate che se c’è molto vento (come nel nostro caso), vi bagnerete molto. Probabilmente anche senza vento, ma questo non posso dirvelo con certezza. Per cui indossate il k-way. Durante i mesi invernali NON è possibile percorrere il sentiero che la circonda. Noi siamo andati a metà ottobre ed era ancora aperto.

Il parcheggio è a pagamento e costa 900ISK, circa 6€. Oltre alla cascata troverete dei bagni pubblici e un negozio di souvenir.

Seconda tappa – cascata Gljufrabui

Terminata la visita andate alla sinistra della cascata, camminate per 200-300 metri e troverete un’altra cascata davvero mozzafiato. Si tratta di Gljufrabui, la cosiddetta “cascata nascosta”. Questo soprannome è dato dal fatto che non si vede dal sentiero che percorrerete, ma dovrete entrare all’interno della montagna. Prima di arrivare dovrete camminare su dei sassi cercando di non bagnarvi i piedi. Una volta sotto alla cascata lo spettacolo è assicurato. Anche qui è fondamentale indossare il k-way.

Per quanto riguarda il parcheggio non bisogna spostare la macchina, le due cascate sono vicine tra loro.

Terza tappa – cascata Skogafoss

La terza cascata della giornata si trova qualche kilometro più avanti e si tratta della famosissima Skogafoss. La visita mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. A causa del vento fortissimo non siamo riusciti ad avvicinarci troppo e non abbiamo avuto la fortuna di vedere l’arcobaleno. Ma, in ogni caso, è una cascata stupenda.

A destra di essa noterete delle scale che vi condurranno in alto alla cascata. Arrivati in cima potrete percorrere un trekking risalendo il fiume oppure fermarvi nel balconcino a picco sulla cascata. Noi avevamo poco tempo (oltre al meteo avverso) per cui non abbiamo camminato, ma ci sarebbe piaciuto.

Sorprendentemente il parcheggio qui era gratuito.

Per maggiori informazioni sul nostro itinerario completo LEGGI ANCHE: Itinerario di nove giorni in Islanda

Quarta tappa – ghiacciaio Solheimajokull

Questa è stata la prima volta in cui abbiamo visto un ghiacciaio da vicino (spoiler: lo vedremo da ancora più vicino) ed è stato bellissimo. L’aria che senti man mano che ti avvicini ad esso è impressionante, fredda, gelida. Per arrivare in questo luogo vi baserà inserire nel navigatore il nome del ghiacciaio e arriverete al parcheggio dedicato.

Il parcheggio ha un costo di 750ISK, circa 5€.

Una volta parcheggiata l’auto dovrete camminare per circa 10 minuti e, alla fine della strada, vi troverete di fronte il ghiacciaio. Volendo potete avvicinarvi al lago uscendo dal sentiero.

Quinta tappa – Reynisfjara beach

Questa è la famosissima spiaggia nera dell’Islanda, una delle più pericolose del mondo. Il motivo risiede nelle tipologia delle sue onde. Si chiamano “snake waves” e sono IMPREVEDIBILI. Ve lo dico io che sono stata presa in pieno da un’onda ma per fortuna non ero vicino alla riva e quindi mi sono bagnata solo un piede. Però abbiamo assistito ad una ragazza che si è avvicinata troppo al mare e all’improvviso un’onda l’ha travolta. Vi basterà cercare dei video su internet per capire quello che sto dicendo.

In ogni caso, appena arrivati alla spiaggia vedrete dei cartelli con delle sirene che vi indicheranno la situazione del mare in quel momento e quindi le zone in cui è possibile sostate e quelle invece sconsigliate per il rischio di essere travolti.

Il parcheggio è a pagamento e ve ne sono 3. Più vi avvicinate più costerà. Noi abbiamo parcheggiato in quello più vicino pagando 1000ISK, circa 7€.

La spiaggia è davvero ipnotica. Se avrete la fortuna di vederla con il brutto tempo e il mare agitato riuscirete a capire la “cattiveria” che ha questo mare e quindi a dare un senso alla nomea di spiaggia pericolosa.

Sulla strada per la spiaggia nera prendete la deviazione per Dyrhólaey, un promontorio spettacolare dal quale avrete una vista sconfinata sulla costa (se c’è bel tempo). Noi abbiamo beccato un vento che ti portava via quindi siamo riusciti a fare poche foto.

Il parcheggio è gratuito.

Sesta tappa – vik i myrdal

Lasciata la spiaggia nera ci siamo diretti a Vik, un paesino molto carino. Se volete scattare anche voi l’iconica foto con la chiesa rossa dovete dirigervi sopra al cimitero di Vik.

Il parcheggio è gratuito.

Ci siamo poi diretti alla nostra guesthouse a Kirkjubæjarklaustur.

Per maggiori informazioni sul nostro itinerario completo LEGGI ANCHE: Itinerario di nove giorni in Islanda

Spero che questo articolo possa esserti di aiuto nell’organizzazione del tuo viaggio. Se hai qualche domanda sarò felice di risponderti. Se ti va seguimi e supportami nei miei canali. Un abbraccio virtuale, Arianna.

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